Arriva sempre, è inevitabile, il momento in cui un’azienda desiderosa di costruire la propria presenza online deve scegliere quali Social Network presidiare.
Al pari delle valutazioni che precedono la realizzazione del sito web aziendale e delle altre risorse digitali collegate alla propria impresa, la scelta delle piattaforme social non può essere fatta a cuor leggero, ma richiede un’attenta e approfondita analisi.
In particolare, prima di aprire la propria pagina su questa o quella piattaforma digitale è importante che chi si occupa della comunicazione si ponga almeno 3 domande.
In questo articolo vedremo quali sono, consapevoli del fatto che, rispondendo in maniera onesta e ragionata, riusciremo a identificare la soluzione migliore.
Qual è l’obiettivo della nostra comunicazione?
Di sicuro l’avrete già letto o sentito almeno un milione di volte: i Social Network non sono solo delle vetrine in cui mettere in mostra i propri prodotti o servizi, ma spazi digitali all’interno dei quali persone e aziende hanno la possibilità di incontrarsi e dialogare, dando vita al confronto e instaurando un rapporto di reciproco interesse.
So cosa state pensando: i social sono molto diversi da come erano 10 o 15 anni fa, e il dialogo tra persone e aziende ha assunto una forma sempre più essenziale, dove la massima profondità d’interazione si manifesta nel momento in cui un utente commenta un post con: “Prezzo?” e la pagina gli risponde con: “Le abbiamo scritto in privato”.
In realtà, tra le principali cause di questo graduale abbrutimento c’è il fatto che molte realtà sono approdate sui Social Network senza aver mai definito gli obiettivi della propria comunicazione. Il che, se vogliamo, è un po’ come mettersi alla guida di un’auto senza sapere dove andare: a forza di girare a vuoto, l’unico risultato tangibile è quello di aver consumato benzina inutilmente. Non proprio una mossa intelligente, insomma.
Ecco, quindi, che la definizione degli obiettivi diventa fondamentale nella scelta delle piattaforme da presidiare. Se, ad esempio, l’obiettivo della propria comunicazione è vendere i prodotti presenti nel proprio sito eCommerce, piattaforme come Facebook e Instagram potrebbero essere di grande aiuto, in quanto mettono a disposizione degli amministratori di pagine specifici strumenti per lo shopping online. Se, invece, si è proprietari di un blog che tratta di politica e l’obiettivo è quello di acquisire nuovi lettori, si potrebbe optare per l’apertura di un profilo Twitter, dove la politica è da sempre uno de temi più discussi dagli utenti, al pari del calcio, il gossip e la televisione.
Insomma, definire gli obiettivi della propria comunicazione social non serve solo a darsi una direzione, ma anche a individuare la strada più comoda per raggiungerli.
A quale tipo di pubblico intendiamo rivolgerci?
Ammettiamolo serenamente: a tutti piace ricevere attenzioni, ma l’attenzione di alcuni è più preziosa di quella di altri, specie se siamo un’azienda ed è nostro desiderio raggiungere specifici obiettivi (crescita della notorietà, aumento delle vendite, ecc.).
Dato questo, nel momento in cui stiamo scegliendo le piattaforme social su cui approdare, è importante chiedersi: “Che tipo di persone vogliamo raggiungere?“.
Anche in questo caso, la prima cosa da fare è guardare all’interno dell’azienda, e in particolare ai prodotti e servizi che compongono la propria offerta. Se, ad esempio, siamo un’impresa che opera nel mercato B2B (business-to-business), aprire una pagina LinkedIn potrebbe rivelarsi una scelta vincente, dato che è un social nato per far incontrare imprese e professionisti. Se, invece, siamo un brand di moda che produce capi di abbigliamento e accessori indirizzati agli under 20, piattaforme “giovani” come TikTok e Snapchat potrebbero fare idealmente al caso nostro.
In sintesi, possiamo dire che i Social Network da presidiare sono quelli in cui è presente il pubblico di nostro interesse, ovvero quella determinata “fetta di umanità” in cui potremmo trovare il maggior numero di persone interessate alla nostra offerta.
Quali tipi di contenuto proporremo?
Una volta definiti gli obiettivi della propria comunicazione e individuato il pubblico di proprio interesse, non rimane che prendere coraggio e porsi un ultimo, fondamentale interrogativo: quali tipi di contenuto andremo a realizzare e condividere?
Lo so, è una domanda che può sembrare strana, ma vi assicuro che è estremamente importante avere consapevolezza delle proprie “capacità produttive”. Anche queste, infatti, influiscono pesantemente sulla scelta delle piattaforme social da presidiare.
L’esempio più lampante è rappresentato da YouTube, che come sicuramente saprete è una piattaforma nata per ospitare solo ed esclusivamente contenuti video. Vista questa peculiarità, se chi gestisce la comunicazione non è in grado di produrre filmati e clip, allora non avrà alcun senso aprire un canale YouTube collegato all’azienda.
Un limite simile lo ritroviamo anche su LinkedIn, dove ad andar forte sono soprattutto i testi. Parliamo, però, di testi ben scritti, ovvero corretti dal punto di vista grammaticale e dal contenuto coinvolgente. Ne consegue che, se la comunicazione scritta non è il nostro forte, allora è meglio lasciare perdere e scegliere piattaforme più “visive”.
In pratica, oltre che dagli obiettivi e dal pubblico, la scelta dei social su cui stare dipende anche dai contenuti che si riescono a produrre, i quali debbono rispettare i vincoli tecnici della singola piattaforma e possedere quel minimo di qualità richiesta.
Comunicare sui social: da dove iniziare?
Giunti alla fine di questo breve vademecum, non mi rimane che lasciarvi con un “banale” suggerimento: volete stare sui social giusti nel modo giusto? Bene, allora andate a vedere quali piattaforme hanno scelto i vostri concorrenti (diretti e non) e come si comportano, destinando particolare attenzione a quelli che hanno abbracciato il Social Media Marketing da più tempo e che, a giudicare dal riscontro ottenuto dai post e le altre pubblicazioni, sembrano aver colto le esigenze e i desideri del pubblico.
Quando ci si approccia al social per la prima volta, infatti, lo si fa spesso in maniera superficiale e presuntuosa: non si studia, non ci si guarda intorno e non ci si impegna nella produzione di contenuti capaci di coinvolgere gli utenti. Inutile specificarlo, ma… con queste premesse è davvero molto difficile riuscire a combinare qualcosa di buono.
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