Nell’attuale contesto globale, l’esportazione di beni e servizi rappresenta un elemento chiave all’interno del percorso di crescita di un’azienda. Tuttavia, esportare in Europa o nel resto del mondo comporta scelte, sfide e opportunità estremamente diverse.
Forti della nostra esperienza in materia di export, in questo articolo vedremo le 5 principali differenze tra questi due scenari di esportazione, così da chiarire uno degli aspetti di maggiore interesse per le imprese che aspirano all’internazionalizzazione.
Regolamentazioni e standard
Pensato per garantire la libera circolazione delle merci tra i Paesi membri, il sistema normativo europeo prevede il raggiungimento di elevati standard di sicurezza e qualità. Il marchio CE, ad esempio, attesta la conformità di un prodotto rispetto alle direttive vigenti, permettendo la sua vendita in tutto lo Spazio Economico Europeo (SEE).
Oltre al marchio CE, le aziende devono anche conformarsi ad altri regolamenti, come il REACH, riguardante l’utilizzo di sostanze chimiche, e il GDPR, che invece protegge e tutela i dati personali dei cittadini europei. Questi regolamenti sono applicati in modo uniforme in tutta l’Unione, cosa che semplifica il lavoro alle aziende attive in più Paesi.
Al contrario, esportare al di fuori dell’Europa comporta la necessità di adattarsi a una vasta gamma di standard nazionali e internazionali. Negli Stati Uniti, ad esempio, la Food and Drug Administration (FDA) impone requisiti rigorosi per l’importazione di prodotti alimentari e farmaceutici. Inoltre, le aziende devono attenersi a regolamenti ambientali specifici, come il California Proposition 65 (a.k.a. Prop 65), che regola la presenza delle sostanze chimiche nei prodotti destinati al mercato californiano.
Come ovvio, affrontare le differenze normative può rivelarsi assai impegnativo, specie per le piccole e medie imprese. È essenziale, quindi, avere una solida conoscenza delle leggi e dei regolamenti dei Paesi di proprio interesse, nonché cercare l’assistenza di esperti in materia di conformità, come ad esempio un Temporary Export Manager.
Barriere doganali e tariffe
Se in Europa l’assenza di frontiere fa sì che le aziende non debbano preoccuparsi di dazi e procedure doganali, nel resto del mondo la situazione è totalmente diversa.
Paesi come il Brasile e l’India, ad esempio, hanno tariffe medie significativamente più elevate sui prodotti industriali, le quali possono incidere notevolmente sui costi e, di conseguenza, sulla competitività dei prodotti esportati. Inoltre, le procedure doganali possono rivelarsi estremamente complesse e richiedere, oltre a una documentazione dettagliata, attente ispezioni, nonché il rispetto di stringenti quote d’importazione.
Preferenze dei consumatori
A causa dell’influenza di fattori di natura culturale, economica e sociale, le preferenze dei consumatori europei variano notevolmente rispetto a quelle del resto del mondo.
In Europa, infatti, si tendono a privilegiare prodotti che rispecchiano valori come la sostenibilità, la qualità e il design. Questo si riflette, ad esempio, nella crescente domanda di prodotti di natura biologica, ottenuti in modo etico e caratterizzati da un’estetica minimalista e funzionale. È importante, quindi, che le aziende interessate al mercato EU soddisfino questi standard e agiscano in modo trasparente e responsabile.
Per quanto riguarda il resto del mondo, le preferenze tendono a essere davvero molto diverse. In Asia, ad esempio, dove la moda italiana ha grande successo, il lusso e lo stile distintivo sono particolarmente apprezzati. Allo stesso tempo, la tradizione e l’innovazione tecnologica possono essere fattori chiave nelle scelte d’acquisto. Le aziende devono quindi essere consapevoli e adattare i loro prodotti di conseguenza.
Logistica e trasporto
Inutile sottolinearlo: la logistica e il trasporto sono fattori fondamentali nell’export di beni, con implicazioni che incidono sia sui costi che sulla soddisfazione dei clienti.
In Europa, la vicinanza geografica tra i Paesi membri e una rete di trasporti vasta e ben sviluppata consentono spedizioni rapide ed efficienti. Le aziende esportatrici possono quindi beneficiare di tempi di consegna relativamente brevi, come nel caso di un trasporto da Milano a Berlino, il quale richiede mediamente tra i 2 e i 3 giorni. Inoltre, l’Europa è dotata di infrastrutture avanzate per la gestione della catena del freddo, le quali si rivelano essenziali per la circolazione di prodotti alimentari e farmaceutici.
Esportare in regioni più lontane, come l’Australia o il Sud America, significa, come ovvio, dover affrontare sfide logistiche ben più impegnative. I trasporti marittimi, ad esempio, richiedono un’attenta pianificazione, e questo perché possono durare anche settimane. La gestione della catena del freddo sulle lunghe distanze è anch’essa impegnativa e necessita d’investimenti in tecnologie di monitoraggio e refrigerazione.
Infine, è necessario considerare i normali rischi associati al trasporto a lunga distanza, come i ritardi dovuti a condizioni meteorologiche avverse, colli di bottiglia doganali o interruzioni della catena di approvvigionamento. Ognuno di questi fattori può agire negativamente sui tempi di consegna, mettendo a rischio la qualità dei prodotti.
Concorrenza e posizionamento sul mercato
La concorrenza e il posizionamento sul mercato sono fattori cruciali per il successo dell’attività di esportazione. In Europa, le imprese devono affrontare mercati altamente competitivi, con molti concorrenti e un’elevata saturazione in diversi settori. Questo fa sì che risulti particolarmente importante investire in innovazione, qualità e branding, ovvero tutto ciò che permette a un’azienda di emergere e offrire qualcosa di unico.
Nel resto del mondo, le opportunità possono variare notevolmente. In Africa, ad esempio, sono molte le nicchie di mercato non ancora sature. Tuttavia, le aziende devono essere consapevoli delle barriere all’entrata, come quelle presenti in Cina e Russia, dove le politiche protezionistiche favoriscono le imprese locali, rendendo più difficile la concorrenza. È essenziale, quindi, sviluppare partnership con realtà del territorio e considerare le dinamiche politiche ed economiche del singolo mercato.
Esportare in Europa e nel mondo: i nostri servizi
A prescindere da quale sia la regione di proprio interesse, esportare prodotti e/o servizi significa dover affrontare sfide importanti e spesso molto impegnative.
Bisogna quindi essere preparati a navigare in ambienti complessi, caratterizzati da regolamentazioni differenti, filtri doganali più o meno rigidi, preferenze dei consumatori variabili, necessità logistiche e un panorama competitivo in continua evoluzione. Vien da sé, quindi, che una comprensione approfondita di questi fattori e una strategia ben pianificata siano a dir poco essenziali per il successo sui mercati internazionali.
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